24 febbraio 2014

Ciclo di incontri sul fotogiornalismo presso la scuola di fotogiornalismo dell’ISFCI


Inaugura il primo marzo un nuovo ciclo di incontri aperti al pubblico incentrati esclusivamente sul fotogiornalismo. L’iniziativa, a cura di Dario Coletti e Manuela Fugenzi, nasce nell’ambito della scuola di fotogiornalismo dell’ISFCI con l’obiettivo di condividere e approfondire la discussione sul fotogiornalismo, le sue identità, funzioni e sviluppi, attraverso l’esperienza e la testimonianza dei celebri collaboratori che ogni anno l’Istituto ospita per le lezioni del master.

Protagonista del primo appuntamento è la documentarista newyorchese Nina Rosenblum, che presenterà il suo lavoro su Lewis Hine, il grande fotografo americano che immortalò gli operai sospesi in aria durante la costruzione dell’Empire State Building e raccontò con i suoi scatti il lavoro minorile negli Stati Uniti dei primi anni del Novecento.

Il 28 marzo, poi, sarà il turno di Christian Caujolle – photoeditor di Libération, fondatore dell’agenzia VU’ e creatore del festival di fotografia di Phnom Penh in Cambogia – che ci parlerà delle nuove sfide per l’informazione, analizzando il passaggio e le connessioni tra fotogiornalismo e documentario mentre sabato 11 aprile prenderà la parola il fotografo di Magnum Photos Patrick Zachmann, che analizzerà gli sviluppi del reportage nell’era digitale e proietterà il suo ultimo lavoro Mare Mater.

Infine, il 9 maggio Marco Longari, ex allievo della Scuola di fotogiornalismo dell’ISFCI, fotografo responsabile AFP Africa del Sud per Agence France Press, premiato come miglior fotografo dell’anno nel 2012 dal Time – affronterà il lato pratico del mestiere del fotogiornalista: in che modo gestire i rapporti con un’agenzia di stampa e come lavorare nelle zone di conflitto.

Gli incontri si terranno alle ore 18.00 nel loft dell’ISFCI in via degli Ausoni 1, Roma.
L’ingresso è gratuito, per prenotarsi è sufficiente inviare una mail a info@isfci.com.

Il resto della notizia dal sito themammothreflex.com

18 febbraio 2014

World Press Photo of the Year 2014 a John Stanmeyer


E' un'immagine di John Stanmeyer la foto dell'anno. Così ha deciso la giuria del World Press Photo Contest che ha assegnato al fotografo americano della agenzia VII Photo Agency il premio World Press Photo of the Year 2014.

L'edizione n° 57 del World Press Photo Contest ha concesso premi a 53 fotografi di 25 nazionalità, Italia compresa.

La giuria - 19 professionisti (fotografi, redattori, photo editor) che operano nei settori del foto giornalismo e della fotografia documentaristica - ha impiegato due settimane per esaminare attentamente, presso la sede del World Press Photo office, a Amsterdam, le 98,671 foto di 5,754 fotografi di 132 paesi, presentate in forma anonima.

La foto che ha vinto mostra un gruppo di migranti sulla spiaggia di Djibouti mentre alzano i loro cellulari nel tentativo di captare un segnale dalla vicina, da familiari e amici rimasti laggiù. Djibouti è un città di transito per tanti disperati che lasciano Somalia, Eritrea e Etiopia in cerca di una vita migliore in Europa, o in Medio Oriente.

I fotografi italiani hanno portato a casa due primi premi - Bruno D’Amicis vincitore nella categoria Natura, con lo scatto del Fennec, specie in pericolo di estinzione, tenuta in prigionia in un recinto per le pecore tunisino e Alessandro Penso, che ha vinto in General News, documentando il blackout a Gaza - e un terzo premio, che si è aggiudicato Alessandro Penso con uno scatto sugli alloggi temporanei dei rifugiato siriani.

Il resto della notizia dal sito dphoto.it
Il sito ufficiale del World Press Photo
Articolo di Maurizio G. De Bonis su huffingtonpost.it
Articolo di Michele Smargiassi sul suo blog "Fotocrazia"
Articolo di Marco Pinna dal suo blog "Fuori Fuoco"

17 febbraio 2014

Presentazione editoriale di "Almost Europe" presso OF edizioni PostCart


Almost Europe è un viaggio alla ricerca dell’Europa lungo la “cortina blu” dell’UE, primo capitolo di un progetto di cammino e documentazione, un racconto per immagini della vita quotidiana europea, che si sviluppa dall’eterogeneo tessuto sociale, culturale e urbano del vecchio continente.

Un progetto che vuole stimolare un confronto costruttivo, una riflessione sull’evoluzione delle relazioni tra i luoghi e i loro abitanti, lungo la strada che ci ha portato a trasformarci dall’ Ulisse che eravamo ai turisti all-inclusive che siamo.

Questo primo tragitto, da Kaliningrad a Istanbul non è solo uno sguardo al di là di un confine geografico ma anche temporale, varcato il quale si torna indietro nel tempo, verso un passato dimenticato.

Martedì 18 febbraio ore 18.30 la presentazione di Almost Europe presso Officine Fotografiche, fotografie di Luca Nizzoli Toetti testi di Mario Dondero e Sergio Romano edizioni PostCart, tra gli ospiti Maurizio Garofalo.

Presso Officine Fotografiche
Via Libetta 1, Roma
Martedì 18 febbraio ore 18.30


Altre informazioni dal sito di Officine Fotografiche
Galleria fotografica dal sito internazionale.it

14 febbraio 2014

Presentazione del libro "Conversazioni intorno a un tavolo", Alec Soth con Francesco Zanot


Antropomorpha Fotografia è lieta di ospitare, in collaborazione con la casa editrice Contrasto, Francesco Zanot in occasione della presentazione del libro "Conversazioni intorno a un tavolo".

Nello studio del fotografo, in una lunga conversazione con il curatore e critico Francesco Zanot, Alec Soth ha analizzato le sue fotografie realizzate nell’arco della sua carriera. Soth, membro di Magnum Photos, ha ricevuto numerosi premi e borse di studio, fra cui la Guggenheim Fellowship nel 2013. Da quelle più celebri ad altre inedite o poco note, ad ogni immagine di Soth nel libro corrisponde un capitolo, un pensiero, una riflessione: preziosi contributi e approfondimenti raccolti da Zanot in questo volume. Le immagini di Soth si mescolano così tra loro, si ricompongono in nuove sequenze, seguendo il filo dei ricordi, delle domande, delle suggestioni culturali, creando legami inediti e imprevedibili.

Durante l’evento Francesco Zanot racconterà, con aneddoti simpatici ed interessanti, il confronto con il fotografo Alec Soth, aiutandoci ad interpretare con maggior profondità il lavoro di questo importante fotografo americano. Verranno proiettati alcuni video e sarà possibile acquistare il libro ad un prezzo speciale.

Presso lo studio fotografico Antropomorpha
Via Castruccio Castracane 28a, Roma
Sabato 15 febbraio 2014 alle ore 18:30
Ingresso libero e gratuito

Il resto della notizia dal sito antropomorpha.it

13 febbraio 2014

Mostra fotografica “Still Life” di Francesca Loprieno


Inaugura venerdì 14 febbraio a Roma, presso lo spazio espositivo di Laboratori Visivi, la mostra fotografica “Still Life” di Francesca Loprieno, un percorso realizzato tra Roma, Parigi, Cracovia e Varsavia che fa parte del progetto “Transizioni”, cominciato dall’artista nel 2009.

Quattro grandi città, quattro grandi piazze con una storia e una cultura differenti, accomunate da una caratteristica: ospitano il passaggio, un passaggio che spesso non ci si rende conto di compiere, ma che attraverso queste immagini la Loprieno ci costringe a osservare.

Non ci sono architetture riconoscibili o luci troppo evidenti. Non ci sono dettagli a cui appigliarsi. Sono solo attimi, transizioni appunto.

Presso Laboratori Visivi
Via dei Campani 70b, Roma
Dal 14 febbraio al giorno 8 marzo 2014
Vernissage: venerdì 14 febbraio 2014, ore 19:00
Ingresso libero

Il resto della notizia dal sito di Laboratori Visivi

"Moon" mostra fotografica di Andrea Calabresi


In mostra una selezione di 17 fotografie tratte dal nuovo progetto The Upper Half del fotografo Andrea Calabresi.

Da molti anni Calabresi lavora su progetti fotografici di lunga durata, in cui la tecnica fotografica analogica viene utilizzata per ottenere la massima ricchezza espressiva delle immagini. Nel suo ultimo progetto l'artista rende omaggio alle sorgenti luminose per eccellenza, il Sole e la Luna protagonista di questa mostra.

Nei grandi cieli notturni, dove la Luna illumina tenuemente la spettacolare casualità degli eventi atmosferici, Andrea Calabresi ricerca la fusione tra la purezza di una visione infantile e la complessità del guardare propria dell'età adulta. La Luna è lì davanti a noi, esattamente al centro dell'inquadratura, come quando da bambini provavamo a disegnarla, liberi da ogni estetismo e cruccio compositivo.

The Upper Half è anche un'esplorazione dei limiti della stessa visibilità: da una parte la fonte di luce più potente che conosciamo, dall'altra il suo pallido riflesso proiettato sulla Terra da uno dei suoi satelliti. Sole e Luna sono fotograficamente immagini al limite dell'irrealizzabilità.

Con una tecnica complessa, che però cerca di farsi invisibile per ricreare la semplicità del guardare con i nostri occhi, in Moon Calabresi insegue una forma di realismo percettivo dell'immagine, rifiutando qualsiasi deriva pittorica o spettacolarizzazione della visione. 

Le immagini in mostra sono fotografie analogiche stampate dall'autore su carta baritata alla gelatina ai sali d'argento, sette di grande formato (cm. 125 x 125) e dieci di medio formato (cm. 47 x 47).

Presso Maja Arte Contemporanea
Via di Monserrato 30, Roma
Dal 14 febbraio al 29 marzo 2014


Il resto della notizia e galleria fotografica da majartecontemporanea.com

12 febbraio 2014

Il ragazzo che gira il mondo per spiare l’ultima foto che hai fatto sul cellulare


Ivan Cash è un artista di San Francisco che con «Last Photo», così ha intitolato il suo progetto, si propone di raccogliere i riunire foto prese dagli smartphone e assemblarle in racconti collettivi che raccontino diverse comunità.

Non immagini qualunque, ma l’ultima foto scattata con il dispositivo, che Cash chiede a chi incontra, insieme a una breve spiegazione delle circostanze e dei motivi per i quali è stata scattata.

L’artista, già noto per diversi lavori, si è scelto un compito impegnativo e oneroso, visto che va attivamente alla ricerca delle ultime foto di perfetti sconosciuti e non si limita a quelle della sua cerchia di conoscenti.

Il resto della notizia dal sito giornalettismo.com

Ciao Roma. Il Photoshow a Milano, ma nel 2015


Nonostante gli sforzi di Aif e Publifiere, l’edizione romana non si farà. Appuntamento a Milano nel 2015.

Era chiaro da diverse settimane che il programmato Photoshow di Roma non avrebbe avuto luogo. Dopo un anno negativo come il 2013, per molte aziende del settore investire denaro e tempo nella fiera non era la priorità. Oggi la cancellazione delI’edizione romana del Photoshow è ufficiale e l’appuntamento con prossima è rimandato all’aprile del 2015 nella Milano dell’Expo.

Dopo il fallimento di Publifiere a seguito dei risultati negativi dell’edizione milanese dello scorso anno, l’Associazione Italiana Foto & Digital Imaging (AIF) si è trovata nella necessità di trovare una soluzione alternativa dal punto di vista organizzativo e dell’offerta. Nonostante due aziende specializzate abbiano collaborato per proporre un’edizione romana anche con qualche nuova idea, le reazioni dei possibili espositori non sono state entusiastiche.

Alla fine, quando negli ultimi giorni anche le aziende maggiori hanno rivisto le loro posizioni, il progetto è naufragato. Così, salta l’edizione romana per la quale, in vista di un evento diverso, si era anche cercata una sede che non fosse quella Fiera di Roma che non è mai stata troppo amata in particolare per la mancanza di collegamenti efficienti.

Il resto della notizia dal sito reflex.it

11 febbraio 2014

"Marco Anelli - Gesti dell'Anima" in mostra presso Cinecittadue Arte Contemporanea


Cinecittadue Arte Contemporanea continua il suo ciclo di mostre di grandi fotografi e ripropone dopo otto anni Marco Anelli, che aveva presentato il suo lavoro sul calcio.

La mostra “Gesti dell’Anima”, curata da Giovanna Calvenzi con il patrocinio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, presenta 28 fotografie, la maggior parte di grande formato, dedicate ai più grandi interpreti della musica classica internazionale, musicisti e direttori d’orchestra di fama mondiale.

Ritroviamo in questo lavoro l’interesse per la musica di Marco Anelli, frutto della sua lunga collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che ha consentito all’autore di affinare il suo sguardo e coltivare la sua idea di musica.

Anche qui, come in altri suoi precedenti progetti – ricordiamo Il Calcio – il fotografo deve confrontarsi con la necessità di mantenere una certa distanza dal soggetto ritratto. Incredibilmente, fotografare un calciatore o un musicista all’opera impone la stessa regola: non puoi avvicinarti. Con i musicisti si aggiunge una seconda condizione: non puoi fare rumore. Le fotografie risultano quindi silenziosamente distanti e pure profondamente musicali, intime, profonde. Marco Anelli ha deciso di costruire una relazione attraverso l’assemblaggio delle sue immagini al fine di restituire il senso dell’interpretazione.

Sebbene i nomi dei musicisti raffigurati siano importanti, talvolta imponenti, l’interesse dell’autore è soprattutto quello di tentare di rappresentare la musica nel suo farsi, descrivere il rapporto tra l’esecutore e l’ascoltatore nell’unicità dell’interpretazione.

Come scrive Giovanna Calvenzi “la gestualità dei musicisti è diventata protagonista della sua indagine visiva e gli interpreti, i loro volti, i loro corpi – anche se presenti- passano quasi in secondo piano: Anelli osserva prevalentemente i gesti, quei movimenti intensi e misurati capaci di far nascere da una partitura l’emozione di una musica”.

Alcuni degli interpreti fotografati: Antonio Pappano, Leonidas KavaKos, Lang Lang, Radu Lupu, Gustavo Dudamel, Christoph Eschembach, Yuri Termirkanov, Martha Argerich, Maurizio Pollini, Uto Ughi, Christian Zacharias, Kent Nagano, Mitsuko Uchida, George Pretre, Mario Brunello, Vladimir Ashkenazy.

Presso Cinecittàdue Arte Contemporanea, Centro Commerciale Cinecittàdue
Viale Palmiro Togliatti 2, Roma
Fino a Domenica 30 Marzo 2014
Orario: dal lunedì alla domenica dalle ore 11.30 alle 19.30
Ingresso Gratuito

Il resto della notizia dal sito cinecittadue.com

Venticinque italiani tra i finalisti del Sony World Photography Awards


Ci sono anche 25 italiani tra i finalisti dell’edizione 2014 del Sony World Photography Awards e di questi, sette sono elencati tra i Professionisti e altri sette nella categoria Open.

In tutto sono infatti tre le categorie in cui sono inserite le immagini e, oltre ai professionisti e gli Open (suddivisi in 17 differenti sottocategorie) c’è anche un premio dedicato ai giovani fotografi emergenti. I finisti di questo Sony World Photography Award 2014 sono stati scelti da una giuria di giudici esperti che hanno valutato 140 mila scatti inviati da 166 Paesi differenti.

Ecco tutti i nomi dei venticinque finalisti italiani.

Per la categoria dei professionisti: Anna Di Prospero (Portraiture); Vinicio Drappo (People); Myriam Meloni (Lifestyle); Matteo Mezzadri (Still Life); Viviana Peretti (Arts and Culture); Esposito Salvatore (sia per Current Affairs che per Lifestyle); Elisa Sturaro (Arts and Culture); Valerio Bellone (Portraiture); Roberto Bragotto (Sport); Salvatore Calafato (Conceptual); Jean-Marc Caimi (Lifestyle); Fabrizio Cestari (Portraiture); Axel Fassio (Architecture/Landscape); Filippo Mutani (Travel); Annalisa Natali Murri (Contemporary Issues); Viviana Peretti (Lifestyle); Alma Photos (Landscape). Per la categoria Open: Sandro Tedde (Architecture); Angelo Abate (Enhanced); Majlend Bramo (People); Andrea Menozzi (Arts and Culture); Paolo Mezzera (People); Francesco Romoli (Enhanced); Ivan Pedretti (Panoramic). Per la categoria Giovani: Emanuel Jicmon (Culture); Francesco Macaluso (Culture)

Il resto della notizia dal sito themammothreflex.com
Galleria fotografica dal sito fotogazzetta.it

10 febbraio 2014

"Rhome - Sguardi e memorie migranti" le emozioni dei cittadini migranti nei confronti di Roma e sulla loro memoria dei luoghi


L’elemento ispiratore e caratterizzante del Museo di Roma è stato fin dagli inizi il sentimento della memoria dei luoghi della città. Nasce infatti nei primi decenni del Novecento per il desiderio, diffuso e condiviso, di fissare il ricordo dei luoghi di Roma ormai scomparsi o in via di trasformazione per effetto dei primi piani regolatori e degli interventi di epoca fascista.

In linea con il tema originario della memoria della città, il Museo ha voluto prestare ascolto e dare voce anche ai nuovi cittadini di Roma: i migranti provenienti da tutto il mondo, che fanno parte oggi del tessuto strutturale della Capitale e del resto del Paese.

In particolare, il progetto Rhome si è interrogato sulle emozioni dei cittadini migranti nei confronti di Roma e sulla loro memoria dei luoghi.

Nel lavoro sono state coinvolte 34 persone, appartenenti sia alle 14 comunità straniere più numerose a Roma sia ad altri Paesi. Le ragioni del loro trasferimento sono le più varie, così come molto diversificate sono le loro età, culture, fasce sociali, occupazioni.

Tutte abitano a Roma, da più o meno tempo. E a tutte, al termine di una lunga intervista sul proprio rapporto con la città, è stata posta la domanda: "Qual è un luogo di Roma che non dimenticherai mai, un luogo che porteresti sempre con te, anche se tornassi nel tuo Paese d’origine o andassi a vivere in un altro posto?"

A ciascuno è stato chiesto di esprimere e affidare il proprio ricordo non soltanto alle parole ma anche a un’immagine fotografica. 12 fotografi, allievi e insegnanti dell’Associazione Officine Fotografiche Roma, hanno accompagnato ciascun migrante in questo percorso stimolante e impegnativo.

Insieme, hanno intessuto un dialogo mirato a comprendere in profondità le ragioni della scelta del luogo, ragionando sulla costruzione dell’immagine, l’inquadratura più adatta ad esprimere la visione personale di ogni singolo partecipante. Ogni fotografo si è reso così “occhio” del partner, lasciandogli la regia dell’immagine. Nella stessa ambientazione, i fotografi hanno realizzato il ritratto dei migranti.

Tutte le fotografie sono state realizzate nel corso di diversi mesi da 12 associati di Officine Fotografiche Roma che hanno seguito passo passo lo sviluppo del progetto, curato da Claudia Pecoraro con la supervisione fotografica del direttore artistico Emilio D'Itri: Alessandro
Amoruso, Massimo Bottarelli, Gaetano Di Filippo, Nazzareno Falcone, Claudio Imperi, Emanuele Inversi, Marco Marotto, Gianclaudio H. Moniri, Ernesto Notarantonio, Elda Occhinero, Marco Santi, Annalisa Spanò.


Presso Museo di Roma Palazzo Braschi
Piazza San Pantaleo 10 e Piazza Navona 2, Roma
Dal 12 febbraio al 30 marzo 2014
Presentazione stampa 11 febbraio 2014 ore 11.00
Ingresso libero


Il resto della notizia dal sito Museo di Roma Palazzo Braschi
Altre informazioni dal sito di Officine Fotografiche Roma

Francisco Salamone l’architetto della pampa in mostra presso la Casa dell’Architettura di Roma


Il 10 febbraio, presso la Casa dell’Architettura di Roma, si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica "Francisco Salamone, l’architetto della Pampa", un progetto del fotografo e reporter free-lance Stefano Nicolini. Fino al 28 febbraio sarà possibile scoprire, attraverso 34 immagini uniche, l’opera dell’architetto Francisco Salamone, nato in Sicilia nel 1897 ed emigrato in Argentina a soli quattro anni.

Salamone fu uno degli artefici della prima urbanizzazione della pampa Argentina a sud ovest di Buenos Aires, tra il 1936 e il 1940, dove curò personalmente ogni aspetto dei settanta edifici pubblici realizzati.

Le fotografie di Nicolini, in bianco e nero e realizzate in stampa chimica ai sali d’argento, sono un omaggio all’eclettismo creativo di Salamone e ne declinano ogni caratteristica professionale: astrattismo figurativo, gigantismo, prospettiva dinamica, protagonismo delle linee verticali, magnificazione della tecnologia e utilizzo del cemento armato, la “pietra liquida” che si stava scoprendo proprio in quel periodo.

All'inaugurazione interverranno l’autore Stefano Nicolini, l’arch. Flavio Mangione (CTS Casa dell’Architettura) e la prof.ssa Laura Cherubini, una delle protagoniste della critica dell’arte italiana e docente presso l’Accademia di Brera.

Presso la Casa dell’Architettura di Roma
Piazza M. Fanti 47, Roma
Dal 10 al 28 febbraio 2014
Inaugurazione alle ore 17:00 del 10 febbraio 2014


Il resto della notizia dal sito Nadir news
Altre informazioni dal sito casadellarchitettura.it

7 febbraio 2014

"Fotopsias": mostra fotografica di Andrés Torca presso Antropomorpha Fotografia


Andrés Torca, fotografo spagnolo che ha portato la sua sperimentazione fotografica in giro per il mondo, coniuga insieme le sue capacità tecniche di camera oscura con la sua analisi dell’uomo, creando fotografie uniche.

Le immagini divengono così tridimensionali, in un continuo gioco di rimandi tra gli strappi dei provini, simili alle pennellate di un pittore, ed il corpo nel suo complesso, ricomposto in una nuova forma ibrida.

Volti e corpi di varie etnie vengono scomposti ed analizzati come in un’autopsia dell’immagine e ricomposti in un complesso processo di assemblaggio fotografico.

Le fotopsie esposte sono a grandezza naturale, spingendo l’osservatore al confronto con immagini umane simili alla propria ma al tempo stesso rimescolate in un puzzle unico, diverso. Andrés ha un approccio “alchimista”, lavora con le idee a cui i materiali e le discipline si sottomettono, formando un corpus d’opere eterogeneo.

Presso Antropomorpha Fotografia
Via Castruccio Castracane 28a, Roma

Inaugurazione Sabato 8 febbraio 2014 dalle ore 18

Altre informazioni dal sito di Antropomorpha Fotografia

6 febbraio 2014

"Cinderellas" mostra fotografica di Annalisa Natali Murri presso WSP Photography


Per secoli gli Hijras (parola che in Urdu indica chi abbandona la tribù), gli appartenenti al cosiddetto "terzo genere", hanno avuto un ruolo fondamentale nella nella ritualità di molti paesi asiatici. Chi non nasceva né uomo né donna in passato veniva venerato come una semidivinità, era simbolo di prosperità e buona sorte. Oggi il più delle volte suscita solo disprezzo, diffidenza o ilarità: i tempi sono cambiati, e la vita degli Hijras si è fatta estremamente più difficile, specialmente in un paese come il Bangladesh.

Sabato 8 febbraio dalle ore 19:00 inaugura "Cinderellas", il lavoro della fotografa Annalisa Natali Murri dedicato alla condizione delle Hijras, transessuali del Bangladesh. Se ne discutera' l’autrice che presenterà il suo progetto.

Presso WSP Photography
Via Costanzo Cloro 58, Roma (metro B san paolo)
Inaugurazione e incontro con la fotografa 8 febbraio ore 19:00
La mostra sarà aperta fino al 7 marzo 2014
Dal lunedì al sabato (escluso martedì) dalle 19:00 alle 23:00

Il resto della notizia dal sito di WSP Photography

"Carnival Motel" fotografie di Francesco Viscuso in mostra presso OF


La psicosi umana nelle fotografie di Francesco Viscuso che con la dirompente serie, onirico – surreale, di Carnival Motel narra le storie tratte dai diari di Emerick Lenders. Una realtà cruda e suggestionata che contempla personalità e stati d'animo della società contemporanea. Edgar, Paulette, Clarissa e altri personaggi vivono nello stesso motel, tutti con psicosi diverse.

Il proprietario (immaginario) del motel si chiama Emerick Lenders e la sua curiosità nei confronti del comportamento umano gli fa prendere la decisione di rilevare, un giorno di Carnevale, quel motel da tempo abbandonato, ricco di suggestioni. Personaggi come Edgar, che saliva le scale canticchiando canzoni d'amore e poi la sera si dedicava alla morte, o Paulette, creatura delicata che collezionava forbici e amava cucire, ma si tolta la vita su un cedro, in una giornata di primavera. Clarissa invece vagava quasi nuda e si prostituiva per pochi soldi e, sebbene alcolizzata e fumatrice dall'età di 13 anni, è morta a settantasette anni nel sonno, serena.

Questi ed altri sono i personaggi che popolano il motel, un luogo che mette in scena attori senza teatro, cittadini senza città, orfani, schiavi, reietti, rifiutati, malati, assassini, criminali, ladri, prostitute, poeti. Vite improbabili, ambientate in un luogo dove non si vedono mai le stanze. Immagini di folli, anime dal volto celato fasciati da un bianco e nero dal sapore gotico. Storie che aprono uno spiraglio sulla comprensione del dramma esistenziale, sulle loro piccole e grandi follie, sull’abisso dell’umana solitudine nell’epoca del delirio capitalistico.

Artista del proprio tempo, Viscuso (alias Emerick Lenders) è artigiano delle immagini e della rappresentazione, vive la società cui appartiene esibendo una violenta critica della nostra società che produce ogni genere di aberrazione.

Presso Officine Fotografiche
Via Giuseppe Libetta, 1 - Roma
Dal 10 al 28 febbraio 2014
Inaugurazione Venerdì 7 febbraio alle 19.00
Le fotografie esposte sono in vendita, informazioni presso la segreteria

Il resto della notizia dal sito di Officine Fotografiche

5 febbraio 2014

Il fotografo dell’AP Narciso Contreras ha perso il lavoro per una foto contraffatta


In questa foto scattata in Siria il 29 settembre 2013 è ritratto un ribelle siriano durante un combattimento contro l’esercito a Telata, nella campagna della provincia di Idlib.

Nell’immagine originale (in alto) è visibile una telecamera nell’angolo sinistro della foto. Il fotografo freelance Narciso Contreras, che ha venduto la foto all’Associated Press (Ap), ha contraffatto la foto e ha cancellato la telecamera (in basso). Al suo posto ha copiato e incollato dei particolari dello sfondo. Le foto scattate in Siria da Contreras, insieme a quelle di altri cinque fotografi dell’Ap, hanno vinto il premio Pulitzer del 2013 nella categoria breaking news. Tra le foto presentate dall’agenzia fotografica non c’era la foto ritoccata.

Ma quando Ap ha scoperto il ritocco fatto in fase di editing, ha interrotto i rapporti professionali con il fotografo e ha ritirato tutte le sue foto dalla vendita.

"Le foto di Ap devono sempre dire la verità, non alteriamo o manipoliamo il contenuto di una foto, in nessun modo. Nessun elemento deve essere aggiunto o rimosso da qualsiasi foto", c’è scritto nel codice etico dell’agenzia.

Il resto della notizia dal sito internazionale.it
Le considerazioni di Michele Smargiassi dal suo blog Fotocrazia
Le considerazioni di Francesco Zizola dal sito huffingtonpost.it

4 febbraio 2014

Fraction Magazine numero 59


Da inizio mese e' disponibile per la lettura online il numero 59 di Febbraio 2014.

Nel numero di questo mese vengono presentati i lavori fotografici dei seguenti autori: Sara Ferguson, Kottie Gaydos, Jennifer Loeber e Rebecca Sittler.

Leggi il numero 59 online

3 febbraio 2014

Sguardi Online n. 92


Due retrospettive di autori di gran gusto che non ci sono più, sei viaggi sulle tracce del sacro e di esotismi e singolarità prossime e remote, un’indagine visiva sul femminicidio, news su libri e mostre. Questo il mix di Sguardi che apre il nuovo anno.

Eve Arnold - membro di Magnum, inviata di Life, scomparsa quasi centenaria due anni fa - è conosciuta soprattutto per le sue fotografie di Marilyn Monroe, ma non fu naturalmente solo questo. Lo avvalora la grande retrospettiva di Palazzo Madama a Torino con scatti che spaziano tra generi molto diversi: dai set e divi di Hollywood ai ritratti di leader Malcolm X e Indira Gandhi fino ai grandi reportage in Cina o in America. «Un fotografo deve avere un approccio appassionato, personale», scrisse Eve Arnold. «È lui lo strumento, non la fotocamera».

Herb Ritts si è imposto subito (e, secondo la leggenda, un po’ per caso fotografando l’amico Richard Gere mentre cambiava una ruota in canottiera e jeans) come un maestro di stile. Per poi andarsene troppo presto, nel 2002, a cinquant’anni. Visi, corpi, sguardi, volumi, forme classiche rivisitate e reinventate, immagini catturate in piena luce, come recita il titolo della mostra (a Roma all’AuditoriumExpo). Ritratti dell’eterogeneo circolo di attori-modelle-famosi, degli universi di moda, cinema e pubblicità fino alle immagini in movimento dei video musicali. Madonna e Armani, Vogue e Vanity Fair, la California e l’Africa.

Inizia poi la lunga serie di viaggi presentati in questo numero. Kazuyoshi Nomachi (in mostra alla Pelanda di Roma) ha per qualche decennio percorso le vie del sacro, andando alla ricerca di frammenti di spiritualità in mezzo a culture tradizionali, paesaggi lontani, gente comune. Dall’Arabia Saudita all’Etiopia, dal Sahara alle Ande, dal Nilo al Gange.

Due collettivi (quello fotografico, TerraProject, e quello letterario, Wu Ming) si sono incontrati per dar vita a un progetto comune, chiamato semplicemente 4. 4 è una mostra itinerante, un libro autoprodotto, un dialogo tra il linguaggio della scrittura e quello della fotografia, per raccontare con immagini e parole un’Italia minore, ricorrendo ai quattro elementi classici: terra, per i sismi antichi e recenti; acqua, per l’antropizzazione delle coste; fuoco, per i vulcani attivi; aria per l’inquinamento delle aree urbane industrializzate.

Restando in Italia, Alfonso Di Vincenzo si esercita su vuoti un tempo pieni, andando in un paesino della Basilicata, abbandonato per una frana cinquant’anni fa, o fermandosi lungo la costa calabrese davanti a ciò che rimane delle carrette del mare con cui sono approdate ondate di migranti. Simone Tramonte porta nel cuore di una celebrazione religiosa della comunità peruviana, facendo quasi credere di essere a Cuzco o Lima invece che a Roma.

Andando a oriente, Roberto Morelli viaggia nel Sud Est dell’Asia, dal Vietnam alla Cambogia, tra la vita quotidiana di Ho Chi Minh o Hanoi e le gloriose pietre di Angkor. Sbarcando in Africa, Valentino Carnovale coglie pezzi di Marocco, nelle medine di Fes e Marrakech, in mezzo alle botteghe degli artigiani o alle montagne dell’Atlante.

Sensibilizzare su un fenomeno in crescita esponenziale (nel 2012 sono state uccise 113 donne, di cui 73 dal proprio partner) è l’obiettivo del progetto Bordertown, l’ho uccisa perché l’amavo, promosso dal Fiof (Fondo Internazionale per la Fotografia, Video e Comunicazione), in un paese che solo nel 1981 ha visto eliminare il reato di delitto d’onore.

Infine, le news. Con un libro davvero speciale (per qualità, prezzo, tiratura limitata) sui 125 anni della National Geographic Society, pubblicato da un editore accurato come Taschen; una raccolta di immagini realizzata in un metro quadro, a chilometro 0, da un’autrice come Patrizia Savarese; un reportage-rappresentazione della prima gondoliera di Venezia.

Mondi diversi, racconti multiformi. Buona lettura e buone visioni con Sguardi.

[Antonio Politano]

Leggi il nuovo numero online dal sito nikonschool.it

Foto della settimana

Time to get up. by Wyatt's Photography
Time to get up., a photo by Wyatt's Photography on Flickr.