14 maggio 2014

"Sicilia Mondo": mostra di Ferdinando Scianna a Roma presso Palazzo Taverna


La galleria Emmeotto, in partnership con la galleria Artistocratic, sono lieti di presentare la mostra “Sicilia Mondo” di Ferdinando Scianna, allestita a Roma nelle sale espositive della dimora storica di Palazzo Taverna - dal 16 maggio al 18 luglio 2014.

Ferdinando Scianna, il primo fotografo italiano a entrare nella prestigiosa agenzia Magnum Photos e vincitore del Premio Nadar, racconta “Sicilia Mondo”. “La mia storia personale mi ha portato, da quasi mezzo secolo, a vivere fuori dalla Sicilia. Sapevo, anzi, con un oscuro fondo di vergogna, di essere fuggito dalla Sicilia, da quella Sicilia [...] Poi, a poco a poco, ho scoperto con gli anni che non si va mai via completamente dalla Sicilia, non si distrugge dentro di sé un’appartenenza così drammaticamente forte”.

In mostra un viaggio per immagini che dimostrano la sua grande capacità di raccontare luoghi e culture, di osservare da cronista e di restituire da narratore. Una metafora del suo mestiere di fotografo e di reporter che lo ha portato a viaggiare e a collezionare immagini. Un giro per il mondo, partito dalla sua Sicilia, fino ad arrivare alle grandi metropoli americane - New York e Los Angeles - e da lì raggiunge mete più lontane per scoprire i giochi dei bambini a Benares. E ancora altri luoghi immersi nella coltre di neve: la vicina Val Padana o la più lontana Osaka, dove il paesaggio, le cose, le persone si trasformano, grazie all’ironico sguardo del fotografo.

Infine il ritorno con la memoria alla sua Sicilia, perché dalle parole dello stesso Scianna emerge un concetto fondamentale: “quell’Itaca che hai lasciato, che non c’è più, non esiste più, perché nel frattempo è cambiata e continua a vivere solo nella tua memoria”.


Presso la dimora storia di Palazzo Taverna
Via di Monte Giordano 36, Roma
Dal 16 maggio al 18 luglio 2014
Inaugurazione giovedi 15 maggio 2014 ore 18:30


Il resto della notizi dal sito della galleria Emmeotto

9 maggio 2014

"Ashura" - fotografie di Claudia Borgia in esposizione presso Antropomorpha Fotografia


La linea guida di questo viaggio è la ricerca della verità. Il viaggio è la vita. La tappa cui questa nota si riferisce, fa parte di un progetto di studio sulla devozione della donna islamica. L'autrice ha scelto  come punto di partenza il martirio dell’Imam Hossein, nipote del Profeta Maometto, perché fu sua sorella, Hazrat-e Zeynab, a farsi carico di dire la verità su tale tragedia.

Si racconta che il 10 del mese lunare Muharram, nell’anno 61 dell’Egira (10 ottobre 680 d.C.) l’Imam Hossein e 72 compagni sacrificarono la loro vita per difendere la religione di Dio, la giustizia, la libertà e per combattere la tirannia di Yazid, della dinastia degli Omayyadi, divenuto ingiustamente califfo.

Secondo la tradizione, l’Imam Hossein e i suoi compagni furono brutalmente uccisi nel deserto di Karbala, nel giorno dell’Ashura (dall’arabo “dieci”). Da allora, tutti gli anni, il mondo islamico sciita entra in un periodo di lutto che termina dopo 40 giorni, con il pellegrinaggio dell’Arbaeen (dall’arabo “quaranta”), che Hazrat-e Zeynab e tutti gli altri superstiti della battaglia, fecero alla tomba dell’Imam a Karbala (Iraq).

Presso Antropomorpha Fotografia
Via Castruccio Castracane 28a, Roma
Dal 10 al 28 maggio 2014
Inaugurazione Sabato dalle ore 18:30


Il resto della notizia dal sito di Antropomorpha Fotografia

8 maggio 2014

Inaugura a via Margutta "altroSenso", la mostra fotografica di Laboratori Visivi sulla sordocecità


Usare il linguaggio della fotografia per raccontare un mondo in cui le immagini sono difficilmente accessibili. È questa la grande sfida che sta dietro al progetto fotografico "altroSenso": raccontare la condizione delle persone sordocieche, intravedere le molte difficoltà ma anche l'incredibile normalità, considerare nuovi modi di vedere, sentire e comunicare.

La mostra fotografica, che sarà inaugurata a Roma venerdì 9 maggio 2014 nell'atelier di via Margutta 51/A, nasce dal lavoro di sette fotografi dell'associazione Laboratori Visivi, che per diversi mesi hanno seguito le attività socio-culturali di un gruppo di persone sordocieche all'interno della struttura diurna di informazione, approfondimento culturale e socializzazione del Centro regionale S. Alessio Margherita di Savoia.

Al pubblico viene presentata una "mostra fotografica per vedenti", un racconto rivolto a chi ha voglia di conoscere meglio la condizione delle persone sordocieche, al di là dei luoghi comuni, del pregiudizio e della scarsa informazione.

I fotografi Gianluca Azzalin, Luca Colaneri, Antonio Di Cecco, Benedetta Di Magno, Bruno Fulco, Simona Pampallona, Andrea Vecchia hanno cercato ognuno la propria chiave di lettura per interpretare il tema della sordocecità, scegliendo di sottolineare la "normalità" delle attività - soprattutto culturali - che gli utenti svolgono all'interno del Centro e con cui ogni autore ha potuto confrontarsi.

Presso l'Atelier via Margutta, 51/A - Roma
Dal 9 al 31 Maggio 2014
Inaugurazione 9 Maggio ore 19.00


Il resto della notizia dal sito di Laboratori Visivi

7 maggio 2014

Gli scatti che hanno vinto il World Press Photo 2014 in mostra a Roma


Il Premio World Press Photo è uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo. Ogni anno, da 57 anni, una giuria indipendente, formata da esperti internazionali, è chiamata a esprimersi su migliaia di domande di partecipazione provenienti da tutto il mondo, inviate alla World Press Photo Foundation di Amsterdam da fotogiornalisti, agenzie, quotidiani e riviste.

Tutta la produzione internazionale viene esaminata e le foto premiate, che costituiscono la mostra, sono pubblicate nel libro che l’accompagna. Si tratta quindi di un’occasione per vedere le immagini più belle e rappresentative che, per un anno intero, hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti del nostro tempo sui giornali di tutto il mondo.

La Foto dell’anno 2013 è dell’americano John Stanmeyer di VII Photo Agency. L’immagine mostra dei migranti africani con i cellulari sulla spiaggia di Gibuti nel tentativo di prendere un segnale telefonico gratuito dalla confinante Somalia, un collegamento con i parenti lontani. Gibuti è una tappa consueta per i migranti in transito da paesi come la Somalia, l’Etiopia e l’Eritrea, in cerca di una vita migliore in Europa e in Medio Oriente. La foto è anche vincitrice del Primo Premio nella categoria Storie di attualità ed è stata realizzata per il National Geographic.

Jillian Edelstein, membro della giuria, ha così commentato l’immagine vincitrice: “È una foto collegata a tante altre storie – apre la discussione sui temi della tecnologia, della globalizzazione, dell’emigrazione, della povertà, della disperazione, dell’alienazione e dell’umanità. Si tratta un’immagine molto sofisticata, potentemente sfumata. È così sottilmente realizzata e in modo così poetico, sebbene sia piena di significato, da trasmettere questioni di grande gravità e preoccupazione nel mondo di oggi.”

Presso il Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio, 1/b - Roma
Fino al 23 maggio 2014
Da martedì a domenica ore 10.00-20.00

Il resto della notizia dal sito themammothreflex.com
La notizia dal sito del Museo di Roma in Trastevere

6 maggio 2014

"Ruanda 20 anni dopo: ritratti del cambiamento" mostra di Giordano Cossu presso OF


Nel 2014 ricorre il ventennale del genocidio in Ruanda. Il governo politico, che si è sostituito al precedente responsabile di quei tragici eventi, amministra dal 1994 il Paese promuovendo una forte politica di riconciliazione che mira a creare “il nuovo Ruanda”.

Il ricordo del massacro, tuttavia, è ancora molto vivo nella memoria collettiva del popolo ruandese; memoria che ha difficoltà a trovare spazi autentici di espressione.

Per questa ragione Giordano Cossu, giornalista e documentarista, ha attraversato il Paese tra agosto e dicembre 2013, incontrando e dialogando con decine e decine di Ruandesi del mondo rurale nel tentativo di dare voce a quella memoria e alla vita di oggi in modo vero, intenso, privo di pregiudizi.

Per entrare in contatto con le persone intervistate è stato scattato un ritratto con tecnica Polaroid dal fotografo Arno Lafontaine. Sono state realizzate due pose: una è stata donata alla persona ritratta sul posto e la seconda è quella esposta in mostra.

Lontani dal concetto di fotografia digitale, ogni foto è unica ed ha rappresentato un mezzo di comunicazione che ha permesso di rompere barriere culturali e numerosi tabù. Ogni ritratto è il risultato di una conversazione con la persona che ha dato la sua testimonianza.

Presso Officine Fotografiche Roma
via G. Libetta, 1 - Roma
Dal 7 al 28 maggio 2014
Dal lun. al ven. 10.30 -13.30 / 14.30 - 19.30

Altre informazioni dal sito di Officine Fotografiche