27 dicembre 2011

Presentazione del saggio "Le icone di Hiroshima" di Annarita Curcio, presso Officine Fotografiche



Presentazione del saggio "Le icone di Hiroshima" di Annarita Curcio che racconta quello che è accaduto all'indomani della fine della Guerra nel Pacifico.

Il recente disastro alla centrale nucleare di Fukushima rilancia con forza il dibattito sul cosiddetto “nucleare buono” e fa riemergere il ricordo di Hiroshima e Nagasaki colpite da due bombe atomiche il 6 e 9 agosto 1945..

Fotografi e cineoperatori raggiunsero le due città per testimoniare e documentare gli effetti disastrosi delle deflagrazioni atomiche. Ciononostante, tutto questo materiale non fu fatto vedere fino alla fine degli anni '60.

Metri e metri di pellicole furono immediatamente spediti a Washington ed etichettati come “segreto militare”. Contestualmente furono rese pubbliche solo le immagini del fungo atomico e delle vedute aeree delle due città distrutte.

Wilfred Burchett, giornalista indipendente, fu tra i primi stranieri a raggiungere Hiroshima, il suo articolo uscì, provocando molto scompiglio, sul London Daily News, ma il suo rullino di foto scattate nella città scomparve misteriosamente; George Weller fu, invece, tra i primi a giungere a Nagasaki, il suo dossier non arriverà mai alla redazione del Chicago Daily News per il quale lavora. Al di là dell'oceano, William Laurence firma i primi comunicati stampa emessi
dal Pentagono in cui i danni ai civili vengono sminuiti.

In Giappone hanno inizio gli anni dell'occupazione militare americana che impediscono il dibattito pubblico sulle atomiche, ma danno una spinta alla ricostruzione economica.

Negli anni '70, il Giappone è una superpotenza, ma la memoria del suo recente passato storico è compromessa dagli anni di oblio imposti dal dictat della “Realpolitik” cui il governo giapponese si è piegato senza troppi scrupoli.

Gli hibakusha, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, costituiscono un movimento per rivendicare assistenza sociale e un'indennità, nel frattempo il Giappone si vota alla cultura della pace, di cui il Genbaku Dome diventa simbolo e icona.

La presentazione del saggio e' un'anteprima di "Obbiettivo Donna", manifestazione organizzata e prodotta da Officine Fotografiche con il contributo e patrocinio del Municipio Roma XI, Assesorato alle Politiche Culturali e della Memoria, quest’anno, per la sua settima edizione ha pensato di regalare un’anteprima che si svolgerà nei mesi di dicembre 2011-gennaio 2012.

L'incontro si volgera il 28 dicembre 2011 alle ore 18.30
Presso Officine Fotografiche
Via Libetta 1, Roma
Ingresso Libero

Il resto della notizia
Il sito della manifestazione Obbiettivo Donna