19 giugno 2012

Terremoto: la fotografia per la ricerca e la ricostruzione di FOTOGRAFIA REFLEX e INGV



Può la fotografia aiutare a capire i terremoti e soprattutto a progettare la ricostruzione? La risposta è sì.

Il mensile FOTOGRAFIA REFLEX lancia l’invito alle popolazioni delle aree colpite dagli eventi sismici a scattare immagini dei danni nei luoghi terremotati, in modo che possano essere utilizzate per fini di ricerca, monitoraggio ed elaborazione di progetti ad hoc per la ricostruzione.

L’invito di FOTOGRAFIA REFLEX non va confuso con la richiesta di immagini fatte dalla stampa in genere perché, nel nostro caso, le fotografie ricevute serviranno ad uno scopo preciso. “Chi le invierà non concorrerà al fotografo dell’anno”, spiega Giulio Forti, editore e direttore della rivista, “ma si renderà partecipe di un’operazione di vero servizio pubblico. Non si tratta di stimolare una forma di turismo fotografico della tragedia, tipo l’oscena corsa a fotografarsi davanti al relitto della nave Concordia. Noi invitiamo le popolazioni delle aree terremotate, i nostri lettori e coloro che sono dotati di una fotocamera o di uno smartphone a partecipare ad una piccola missione che, grazie al loro contributo, potrà diventare davvero grande”.

L’iniziativa nasce dall’incontro con il professor Marco Anzidei, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Per una migliore diffusione dell’informazione sulle attività dell’INGV e per rendere più consapevole la popolazione sui fenomeni sismici e vulcanici, Anzidei ha creato una pagina dell’Istituto su Flickr, noto sito web per fotografi, pubblicando le immagini scattate dai ricercatori INGV degli effetti degli eventi sismici del terremoto nella Pianura Padana del 20 maggio scorso e che, in pochi giorni, ha ricevuto 1.300.000 visite.

FOTOGRAFIA REFLEX, dopo aver individuato le esigenze dell’Istituto, è andata oltre proponendo all’INGV di avviare un progetto congiunto per la copertura fotografica delle zone colpite dal terremoto, contando sull’aiuto delle popolazioni residenti nelle aree colpite o nelle vicinanze (Emilia Romagna, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le zone della Lombardia interessate).

Altre informazioni e il comunicato stampa in PDF