28 novembre 2011

Il nuovo Museo della fotografia all'Ex Mattatoio di Testaccio a Roma



Roma avrà il suo Museo della Fotografia. La sede sarà il Padiglione 9d nel cuore dell'ex Mattatoio, potrebbe rientrare sotto l'egida del Macro e sfoggerà una vocazione all'insegna del contemporaneo, dal Novecento ad oggi. Il progetto è pronto per decollare grazie ad un finanziamento di circa 3,5 milioni di euro stanziati da Roma Capitale, risorse approvate all'unanimità dall'assemblea consiliare nel maggio scorso.

L'operazione e' stata presentata il 24 novembre nel convegno "Per un Museo della Fotografia a Roma", promosso dall'università de La Sapienza e curato dalle ricercatrici Ilaria Schiaffini e Raffaella Perna, patrocinato da Roma Capitale in collaborazione con l'Ufficio Città storica e ospitato presso la Facoltà di architettura dell'università Roma Tre (largo Giovanni Battista Marzi 10).

Il cantiere è ai blocchi di partenza e nel giro di almeno due anni potrebbe arrivare a compimento. Il padiglione sarà al centro dei lavori: sarà completamente ristrutturato, dall'impiantistica, con la messa a norma secondo gli standard museali, all'allestimento con attrezzature all'avanguardia. Il museo, infatti, sarà dotato di una sala proiezioni, così come di ambienti "frigoriferi" per la conservazione delle pellicole. Ruolo chiave lo giocherà la biblioteca, dotata anche di postazioni multimediali e una mediateca per la consultazione di riviste internazionali.

L'obiettivo è fare del Museo della Fotografia uno dei luoghi cardine del mattatoio nell'ambito del grande progetto di recupero e realizzazione della Città delle Arti avviata fin dal 2000 da Roma Capitale. Anche per questo, il carattere architettonico del rinnovato padiglione dovrà armonizzarsi con le altre strutture.

Se l'esterno sarà preservato integralmente, l'interno esalterà in chiave moderna la sua anima di archeologia industriale. "L'idea è di dedicare il museo alla fotografia contemporanea - dice Raffaella Perna - non solo quella autoriale e d'arte, ma anche ai vari generi fotografici, dal reportage all'indagine scientifica e sociale".

Il museo non ha ancora una sua collezione permanente, che dovrà essere costruita attraverso politiche di acquisizioni, commissioni pubbliche e donazioni.

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