29 settembre 2011

Il ritorno della pellicola: merito anche dei cellulari?



È strano: nel momento esatto in cui le fotocamere dei cellulari hanno cominciato a scattare immagini decenti, la moda è diventata quella di degradarne la qualità per richiamare alla mente effetti ottenibili con le fotocamere low-cost del passato: Polaroid, Holga, Lomo e via dicendo. Il trend degli effetti creativi si è poi esteso a macchia d'olio su mirrorless, reflex e compatte digitali: i produttori ultimamente gareggiano nel proporre filtri creativi da integrare nelle proprie macchine, ispirandosi in molti casi al successo di alcune App per smartphone.

Alla base di questo ritorno di fiamma della pellicola ci sono molte ragioni: la ricerca di soddisfazione e divertimento nell'atto stesso di scattare, la voglia di trovare qualcosa che si distingua dalla massa delle fotocamere digitali, un pizzico di sana voglia di élite. C'è la questione del rapporto fisico diretto e tattile con una foto stampata: di certo ogni foto digitale può anche essere stampata oltre che guardata a monitor, ma è un passaggio che avviene in molti casi di rado, mentre è obbligatorio per la pellicola. Con la pellicola arrivano alla stampa anche le foto brutte, venute male, ma che non vengono semplicemente cestinate con un click, ma entrano in contatto fisico con il fotografo creando lasciando una traccia più profonda di una fugace apparizione a display.


“Complici anche i filtri creativi 'vintage' di smartphone e fotocamere, la pellicola in alcune nichciedi utilizzo sta rivivendo una seconda giovinezza: Lomo, Holga, Polaroid sono nomi che ricominciano a circolare e a richiamare interesse”.

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