12 novembre 2010

Ancora sulla "Slow Photo"



Qualche tempo fa' in un precedente post abbiamo parlato del manifesto dalla "Slow Photo" che riportiamo qui sotto:

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Nonostante tante cose terribili, il mondo è un’immensa vastità di bellezza: suoni, forme, colori che, di attimo in attimo, appaiono come uno spettacolo meraviglioso. Eppure tutta questa meraviglia resta sconosciuta alla stragrande parte della gente. Essa – la vastità che ci circonda – ha, infatti, bisogno di occhi per essere guardata. Di attenzione, e di lentezza.

Ha bisogno di ciò di cui il nostro tempo è quasi vuoto. La fretta e la superficialità, come spaventevoli animali feroci, dilaniano la bellezza del mondo. Correndo da una cosa all’altra, senza guardare attentamente, perdiamo tutto. Abbiamo bisogno di fermarci. Di vedere oltre il semplice guardare. (Diego Mormorio)

Questi gli intenti:

• Siamo a favore di una rivalutazione approfondita e meditata della prassi fotografica in opposizione ad un utilizzo compulsivo ed accelerato del medium fotografico perché convinti del valore creativo della lentezza.

• Crediamo sia essenziale che in una qualsivoglia fase dell’iter fotografico si senta la necessità di un “rallentamento” riflessivo.

• Consideriamo indispensabile una progettualità del nostro intento artistico.

• Esaltiamo un approfondimento meditativo così da consentire lo stabilirsi di un transfert emozionale tra il fotografo e ciò che viene fotografato.

• Sosteniamo che la slow photo, essendo essenzialmente un approccio metodologico, esuli dalla specificità dei generi fotografici.

• Riteniamo non significativo alle nostre finalità il tipo di mezzo tecnico di ripresa e di fruizione dell’immagine stessa utilizzati.
le firme:

Mario Beltrambini
Gianni Berengo Gardin
Beppe Bolchi
Carmelo Bongiorno
Alessandra Capodacqua
Luigi Erba
Diego Mormorio
Cesare Padovani
Franco Vaccari

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Qualche giorno fa Michele Smargiassi sul suo blog di Repubblica "Fotocrazia" e' tornato sull'argomento suscitando una interessante discussione.

Il link al post sul blog "Fotocrazia"